L’attività calcistica pescarese nasce intorno agli anni ’20. Un gruppo di giovani di Castellamare, cioe' la parte della Pescara di oggi a nord dell'omonimo fiume, si divertivano a giocare al calcio ed erano riuniti in un sodalizio chiamato "Edera". Nello stesso tempo, sulla riva destra del fiume, che divideva la citta' riunita solo nel 1927, i giovani appassionati di calcio erano organizzati sotto la bandiera della "Vigor". Nel 1924 ci sono due squadre ufficiali che difendono i colori di Castellamare e di Pescara, l'ATERNO e l'URSUS, scontrandosi fra loro e fra le squadre della Regione. Nel 1925 il commissario straordinario Paoloni indice il Primo Campionato Abruzzese di qualificazione con un torneo articolato in due gironi (marino e montano).
Nel 1926 l'URSUS partecipa al campionato abruzzese di Seconda Divisione, alla sua prima edizione ufficiale, vinto dal Pratola, finendo al secondo posto. Nel 1927, sotto la spinta di Gabriele D'Annunzio, il governo attua un provvedimento che istituisce la nuova provincia di Pescara, fondendo i due centri di Pescara e di Castellamare in un'unica citta'. Nello spirito unitario si fondono anche le due societa' calcistiche che danno vita alla "Tito Acerbo" che non fara' molta strada. La formazione "Tito Acerbo" impegnata in tornei a livello interregionale, nel 1926-27 disputa il campionato di seconda divisione lega Sud girone A.
Per alcuni anni il calcio pescarese sembra eclissarsi, ma nel 1930 c'e' una svolta: viene fondata una nuova societa' a cui viene dato il nome di S.S. ABRUZZO che, per prima, ingaggia un allenatore professionista. La S.S. Abruzzo appronta una rosa di giocatori tale da formare due squadre, Abruzzo A e Abruzzo B. Nel torneo 1931-32 la squadra partecipa al campionato di Seconda Divisione Regionale che viene vinto dall'Abruzzo B con un gran margine sull'Aquila e sul Gloria Chieti. L’annata 1931-32 vede le gesta della famosa "Strapaesana" così chiamata perché formata esclusivamente da giocatori locali. La squadra, che giocava ancora in maglia giallo blu, era l'espressione autentica del vivaio locale e dal 1932-33 ufficialmente si da' il nome di A.S. PESCARA. Il nuovo sodalizio affronta dignitosamente i campionati di prima divisione, guidato dall’allenatore Pietro Piselli. Al termine della stagione 1934-35 problemi economici portano allo scioglimento della società A.S. PESCARA e all’inevitabile smembramento della squadra nonostante il tentativo del dirigente Angelo Delfino di salvare quel che resta del calcio pescarese, fondando la Puritas.
Il 1936 è storicamente noto come l’anno di nascita della Società Sportiva Pescara Calcio. Nell'anno degli XI Giochi Olimpici di Berlino si riaccende a Pescara l'entusiasmo per il calcio grazie ad alcuni volenterosi che si coagularono attorno alla mitica figura di Angelo Vetta dando vita al nuovo sodalizio che si chiamera' S.S. PESCARA 1936 e i cui giocatori indosseranno una maglia a strisce verticali bianche e azzurre, calzoncini azzurri e calzettoni bianchi con righini azzurri. Oltre a Vetta ricordiamo alcuni suoi stretti collaboratori, tra i quali Galeani, Gallazzi, Casali, Capobianchi, Dolci e Calanca, e l'allenatore "segretario" mister Edmondo De Amicis. La sede sociale era in una traversa dell'ex Corso Vittorio Emanuele n° 2 (ora denominata via Ortona) e il campo di gioco era l'attuale "Rampigna" che sorge nello lo spazio antistante il circolo canottieri del lungo fiume, detto la Pescarina. Angelo Vetta primo presidente. Il colore del mare sulle maglie e uno dei simboli del mare, il delfino, sulla bandiera. Il Pescara non era la squadra più antica della città. C'erano l'Ursus e tante altre. Ma era la città. Nel 1936, anno di fondazione del club, Pescara e Castellamare Adriatico erano state unite da appena nove anni e in molti, soprattutto a Castellamare, non avevano ancora metabolizzato il cambiamento. Per i giocatori, soprattutto studenti, contava più il pallone che la rivalità. Giovani e ambiziosi, pensavano al futuro e non avevano intenzione di fossilizzarsi sul passato. La palla era di cuoio duro, con la cucitura a vista, nelle migliori occasioni. In spiaggia, come nei prati, si giocava soprattutto con la palla di pezza. Con Vetta alla guida, il Pescara si diede un'impostazione moderna. Le foto d'epoca mostrano i giocatori delle prima squadra vestiti come damerini. Le trasferte si facevano in treno. E in treno ci si andava con l'abito buono
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