Pietro Scibilia nasce il 01/05/1929 a Gioia Tauro (RC) ma a Pescara viene chiamato e conosciuto col nome che gli viene dal suo titolo onorifico: "Commendatore" Nella sua vita "sportiva" è stato proprietario del Giulianova Calcio e, in qualità di imprenditore, sponsor di squadre di ciclismo professionistico, oltre che del Pescara, della Reggina e del Giulianova. E' stato un imprenditore del settore agro-alimentare e dolciario. Proprietario della GIS gelati il cui marchio è stato sulle maglie del Pescara per oltre un decennio. Alla guida del Pescara Calcio è rimasto per 18 anni non consecutivi portando il Pescara per due volte in serie A.
Nel 2004 fu oggetto di una durissima contestazione dei tifosi del Pescara che lo portarono a cedere il comando della società (in serie B) a Dante Paterna.
Dopo di lui la Pescara Calcio ha iniziato una involuzione sportiva e societaria arrivata al capolinea con il fallimento decretato dal Tribunale di Pescara nel Dicembre 2008. A distanza di tempo molti tifosi lo hanno rimpianto e nell'Aprile 2009 in occasione del suo compleanno in Pescara-Sorrento giocata al Fadini di Giulianova è stato esposto uno striscione a lui dedicato: "HAPPY BIRTHDAY 80 ZIO PIETRO"
(18 novembre 2004) Gazzetta dello Sport Pescara: è finita l' epopea di Scibilia Dopo 17 anni lascia la società a Paterna, che scommette: «La A in cinque stagioni» Scibilia rifiuta la carica di presidente onorario: «Le gare le vedrò da casa con i nipotini» PESCARA «È partito il nuovo corso», essenziale l' avvocato Cichella, che da tifoso romanista deluso si è fatto coinvolgere dal neopresidente del Pescara, Dante Paterna, fino alla promessa: «Entro cinque anni la serie A». Della serie: son finiti i tempi cupi! Ieri 17 novembre, alle ore 17, si è conclusa a Pescara l' era Scibilia. Una trattativa durata quattro mesi, iniziata il 17 luglio, con parecchi screzi e qualche polemica, fino all' epilogo tutto sommato abbastanza rapido. «Il passaggio delle quote sarà definito a giorni davanti a un notaio, ma è solo un fatto formale», hanno detto all' unisono i due capi della staffetta. Il commendator Scibilia, dopo diciassette anni chiude con il calcio a Pescara, e lo fa con un' allegria e una soddisfazione quanto mai inconsuete, oltreché evidenti: «Gli allora dirigenti Taraborrelli, Marinelli, De Cecco e De Leonardis mi scaricarono questa grana 17 anni fa, e io ora intelligentemente a mia volta la scarico a Dante Paterna. La croce non ce l' ho più io. Felice? Sono felicissimo, mi sono già risparmiato i 4 miliardi di deficit del prossimo bilancio. Con quello che ho speso per questa società in diciotto anni mi sarei potuto comperare una via di Roma, eppure ci ho guadagnato solo critiche e parolacce». Con due promozioni in serie A e tre retrocessioni, l' era Scibilia, a prescindere dai risultati e dal difficile rapporto con la città, resterà comunque una pagina importante per il calcio pescarese. Con Pietro Scibilia, sulla panchina biancoazzurra si sono avvicendati allenatori come Galeone e De Canio, per non parlare dei calciatori che hanno indossato la maglia biancoazzurra, su tutti Leo Junior, Carlos Dunga, Baka Sliskovic e i nazionali Righetti e Borgonovo. Quando arrivò nel 1987 ci furono manifestazioni di piazza, in una tifoseria a mille per la fresca promozione in serie A, per inneggiare al patron della Gis, allora già assai noto per le imprese nel ciclismo grazie alle sponsorizzazioni alle squadre di Saronni e Moser. Per il suo addio, ieri, non si è mosso nessuno. Lo spettacolo però deve continuare, cosicché in questo momento la prudente curiosità per il nuovo presidente ha preso il posto di qualunque superfluo processo ai 17 anni di Scibilia. Al presidente Dante Paterna, che ieri lo ha sollecitato per l' ennesima volta ad accettare la presidenza onoraria, Scibilia ha risposto declinando l' invito, in modo persino garbato. «Vedrò le partite in televisione, ma mi godrò insieme anche finalmente i miei nipotini». A Dante Paterna, che avrà al momento l' avvocato Giuseppe Cichella e il ragionier Luigi Corvacchiola come consiglieri, in attesa del gruppo «Gli amici del Pescara» a suo tempo sostenuto dal Palazzo, tocca centrare gli obiettivi annunciati: «Mantenere innanzitutto la B, riconquistare i tifosi e la città, recuperare il terreno perduto. Spero di non restare solo anch' io come Scibilia». Alfredo Di Pasquale LA SCHEDA PATRON PURE A GIULIANOVA Pietro Scibilia è nato a Gioia Tauro (Reggio Calabria) il primo maggio del 1929. TRE ANNI IN A Diventa presidente del Pescara nell' 87. Con lui al timone la squadra abruzzese ha disputato tre campionati di serie A (1987-88; 1988-89 e 1992-93). LE ALTRE SQUADRE E' stato inoltre proprietario del Giulianova, sponsor della Reggina e di alcune squadre ciclistiche. OLTRE IL CALCIO Scibilia è un imprenditore del settore agro-alimentare e dolciario. E' proprietario della Gis gelati.
(05 agosto 2007) tratto da "IL CENTRO" SERIE C1-B - Pescara «Ma cosa sta facendo Pincione a New York? Tanto di cappello a Paterna: ha saputo vendere un club già retrocesso a due milioni di euro» Scibilia, il gusto di essere rimpianto Marco Camplone Era il presidente più contestato ora in molti lo rivorrebbero PESCARA. La lingua è quella di sempre: tagliente come un rasoio e velenosa come il morso di un cobra nero. Lo status, invece, ha subìto una metamorfosi: da presidente più contestato della storia del Pescara a presidente più rimpianto. Il tempo, si sa, è galantuomo. Pietro Scibilia, settantotto anni compiuti il primo maggio, osserva le macerie biancazzurre un po’ dispiaciuto e (ma sì, l’ammetta) un po’ soddisfatto. Gli piace sentire dire: “quando c’era lui...”. E quando c’era lui, l’industriale di Gioia Tauro trapiantato in Abruzzo, le banche avevano rispetto del Pescara e lasciavano sempre la porta aperta perché la garanzia di ricevere quanto pattuito era indelebile. La squadra aveva generalmente una caratura di medio livello in serie B, anche se veniva messa su passando quasi sempre per sentieri tortuosi. Il salto di qualità spesso annunciato («saremo il nuovo Parma») non si è mai concretizzato e il crepuscolo nell’avventura di Scibilia nel Pescara è stato triste. Insomma, se lo stadio ce l’aveva con il Commendatore non era solo per quella spiccata attitudine alla critica, spesso gratuita, incisa a caratteri di fuoco nel dna dei pescaresi. Don Pietro alimentava senza soste le esagerazioni di un carattere forte, portato allo scontro. Picchi col tempo diventati sempre più alti. Quasi due decenni di Pescara, del resto, avrebbero logorato, indispettito e irritato anche un uomo cresciuto a pane e moderazione, figuriamoci uno abituato a restituire con gli interessi ogni colpo incassato. Un duro con una smodata passione per il lavoro. Nato il primo maggio... E’ uscito male dal Pescara: questa è dolente nota. Ma la gente ha fatto poco o nulla per invogliarlo a restare. Sbagliando. Lo striscione esposto per anni in tutti gli stadi d’Italia (“Scibilia vattene”) è un monumento all’intolleranza della tifoseria. Cieca e sorda. Sterile. Solo ora, di fronte all’angosciante nulla di Pincione, i pescaresi hanno capito che Pietro Scibilia aveva portato un dono di eccezionale valore: la stabilità. «Ci ho rimesso tanti soldi, con quella squadra», ricorda il Commendatore. I numeri li fa, ma il crescendo imperioso invita a soprassedere. «Ci ho rimesso e, poi, ho dato la società gratis a Paterna». Gratis no, a dire il vero. La transazione parla di 900mila euro. «Settecento, prego. Ma gli avevo lasciato un milione e mezzo di utili e un settore giovanile con i fiocchi. Paterna mi deve ancora pagare l’ultima rata di 300mila euro, che scadrà a settembre. Vedremo. Davanti a Dante Paterna mi tolgo il cappello: è stato abilissimo e fortunato a vendere la società, oramai condannata alla retrocessione, a due milioni di euro. Tra il dare e l’avere ci ha guadagnato: solo un commerciante nato poteva portare a termine un’operazione del genere. Con i problemi che assillavano le sue aziende, non ce l’avrebbe fatta a tirare avanti il calcio pescarese, ma ha trovato un Renzetti capace di strapagare il club. A me una cosa del genere non è successa. Abile e fortunato». E’ facile immaginare Scibilia che, dalla sede della Gis Gelati, a Mosciano Sant’Angelo, legge le notizie del giorno e rimane allibito davanti alle acrobazie di Pincione, l’ultimo dei presidenti del Pescara. «C’è qualcosa di patologico nel suo comportamento perché non è la prima volta che va via, mi sembra. Non capisco come possa starsene a New York con tutto quello che c’è da fare in questo momento. Vedo che nel Pescara c’è tanta gente che conosco. Galeone, Massara, Camplone... brave persone. Ma senza i giocatori bisogna confidare in un miracolo. Quando Pincione ricomparità, dovrà portare tanti soldi con sè perché - questo ho potuto capire - i debiti ci sono e la squadra è tutta da costruire. Con le chiacchiere non si gestisce una società nè si vince il campionato». Lo dice uno che ha ottenuto una promozione in B e una nella massima serie. Scibilia è tornato a Pescara una volta, alla fine degli anni ’80, chiamato dai fratelli Fedele. C’è da chiedersi se tornerebbe di nuovo. «No. No. No e poi no. Il mio tempo nel calcio è finito. Ma mi porto dietro una grandissima soddisfazione: nessuno potrà parlare male del sottoscritto». Tutto sommato ha ragione: il male che gli è stato detto basta e avanza.
l’ex patron del pescara Scibilia: «Ai miei tempi mandavo una cassetta di biglietti ai politici» PESCARA. «I biglietti gratis ai politici per entrare allo stadio? Ai miei tempi li davamo a tutti. Quanti ne regalavamo non lo so, ma erano un sacco veramente». Pietro Scibilia, storico proprietario... «I biglietti gratis ai politici per entrare allo stadio? Ai miei tempi li davamo a tutti. Quanti ne regalavamo non lo so, ma erano un sacco veramente». Pietro Scibilia, storico proprietario del Pescara, non sembra essere la persona più adatta a fustigare assessori e consiglieri in cerca di un posto (gratis) in tribuna per vedere la serie A. Perché ai tempi suoi, e lo dice senza alcuna vergogna, i biglietti si davano a tutti. «Era la norma. Per quelli della Provincia addirittura avevamo una cassetta di tagliandi», spiega senza scomporsi Scibilia. Eppure all’inizio davanti alle domande sul Pescara l’ex proprietario, 83 anni, si era trincerato dietro un diplomaticissimo: «Io vedo solo le partite». Questione di un attimo, però, e la lingua tagliente del Commendatore si è sciolta. Prima i disabili, ora i politici, ha visto cosa sta succedendo con gli ingressi allo stadio per vedere il Pescara? Succedeva anche ai suoi tempi? Certo che succedeva, sono cose che ho vissuto sulla mia pelle. Ai miei tempi uno doveva fare quello che dicevano i tifosi: o si faceva quello o si faceva quello, non c’erano alternative. Quest’anno, però, sulla questione dei disabili hanno pure avuto ragione: lo spazio per gli invalidi ci vuole. Io ci tenevo molto a garantirlo. E con i politici come vi regolavate? I politici noi li accontentavamo. Prima di ogni cosa davamo i biglietti a loro. Alla Provincia avevamo addirittura una cassetta di biglietti. Era una cosa senza limiti. Con i tifosi però non vi comportavate alla stessa maniera, anzi. Ne abbiamo dato pure qualcuno ai tifosi di biglietto omaggio, ma non tanti. Con gli ultrà non andavamo d’accordo, ci contestavano, ma io lì non ho ceduto. A volte bisogna prendere posizione e fare quello che uno dice. In questi giorni, non mancano neanche le polemiche sulla gestione del traffico nella zona dello stadio. Voi come vi organizzavate? Allora il problema non c’era, la gente forse si muoveva in maniera diversa. Io questo tifo qua, queste strade bloccate proprio non li capisco. Quindi, a lei non sembra strano che consiglieri e assessori si ribellino e chiedano di entrare gratis rivendicando un diritto? Noi sapevamo che dovevamo dare quei biglietti e li davamo a tutti, persino ai medici che facevano servizio in Comune, ai funzionari. Non so quanti ne facevamo entrare gratis, ma erano un sacco veramente. Per quei tempi lì era giusto, adesso non so cosa succede, come si comportano le altre squadre. So cosa facevamo noi. Ma non c’erano anche problemi di capienza? Quando eravamo in serie B lo spazio c’era. Il guaio è con la serie A. Sarà tutto pieno, soprattutto se il Pescara andrà bene. Certo, noi il primo anno abbiamo fatto 15 mila abbonati e adesso ce ne sono 7 mila. Ad ogni modo tutti vorranno andare allo stadio, soprattutto se la squadra va bene. Io dico che già dopo la partita con l’Inter si capisce come va e si sistema tutto. E ovviamente mi auguro che il Pescara riesca a fare bene, anche se non è facile. Dunque per lei la polemica sui biglietti non ha senso? Pescara è una città fatta apposta per la polemica, vive di polemica. Ma secondo me la gente non si deve arrabbiare, è la prassi. Per me farebbero tutti bene a stemperare le polemiche. E a dare i biglietti ai politici, anche perché in un certo senso hanno l’obbligo di controllare. E poi non capisco perché le persone se la prendono. Perché a loro non danno i biglietti gratis e ai politici sì? È la legge di natura. TRATTO DA "IL CENTRO" DEL 22 AGOSTO 2012
All'età di 83 anni è morto Pietro Scibilia, il presidente più longevo nella storia del Pescara Calcio: 17 stagioni al comando, 3 delle quali in serie A, un record. A diffondere la notizia il sito Internet della società biancazzurra. Sotto la presidenza Scibilia la società adriatica è tornata nella massima serie disputando campionati con giocatori del calibro di Leo Junior, Dunga, Blaz Sliskovic Massimiliano Allegri e altri. La nota della società. "Il presidente Sebastiani, la società tutta, i giocatori e lo staff, i dipendenti e tutta la famiglia biancazzurra si stringono al dolore dei cari per la scomparsa del commendator Pietro Scibilia.Per 17 anni presidente del Pescara Calcio, Scibilia avrebbe compiuto 84 anni in primo maggio. In suo ricordo in occasione della gara Pescara-Torino, i biancazzurri saranno listati a lutto con la fascia al braccio e verrà assorvato un minuto di silenzio".
E' morto all’età di 84 anni l'ex presidente del Pescara Pietro Scibilia. Nato a Gioia Tauro (Reggio Calabria) si trasferisce in Abruzzo diventando uno dei personaggi più noti della regione in particolare per il suo impegno nello sport. E’ stato proprietario del Giulianova Calcio e soprattutto del Pescara di cui è stato ala guida per rimasto per 18 anni non consecutivi portando la squadra in serie A . Scibilia è stato un imprenditore del settore agro-alimentare e dolciario, in particolare proprietario della GIS gelati. Il marchio è stato sulle maglie del Pescara per oltre un decennio, oltre che della Reggina e del Giulianova, e della squadra di ciclismo professionistico che annoverava tra i suoi atleti anche Moser.
Pescara - E' morto a 83 anni Pietro Scibilia, nome di spicco non solo nel mondo del calcio ma anche in quello della imprenditoria. Scibilia, chiamato commendatore, e' stato proprietario del Giulianova Calcio e sponsor di squadre di ciclismo professionistico, oltre che del Pescara, della Reggina e del Giulianova. E' stato un imprenditore del settore agro-alimentare e dolciario, proprietario della GIS gelati il cui marchio e' stato sulle maglie del Pescara per oltre un decennio.
Comunicato apparso sul sito Ufficiale della Pescara Calcio
L'ultimo saluto a Scibilia Domenica 20 Gennaio 2013 09:58 Il presidente Sebastiani, la società tutta, i giocatori e lo staff, i dipendenti e tutta la famiglia biancazzurra si stringono al dolore dei cari per la scomparsa del commendator Pietro Scibilia. Per 17 anni presidente del Pescara Calcio, Scibilia avrebbe compiuto 84 anni in primo maggio. In suo ricordo in occasione della gara Pescara-Torino, i biancazzurri saranno listati a lutto con la fascia al braccio e verrà assorvato un minuto di silenzio. Alla famiglia Scibilia va il nostro più sincero cordoglio.
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