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Ricorrenza del: 28/06/1987

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A PESCARA VINCE LA PAURA

 

A PESCARA VINCE LA PAURA MA IL CESENA E' PIU' CONTENTO
Repubblica — 28 giugno 1987 pagina 31 sezione: SPORT

PESCARA - Il calcio della paura non fa gioco. Lecce e Cesena non fanno eccezione alla regola e si portano a casa un punticino ciascuno, al termine del primo round degli spareggi per la promozione in A. "Prezioso", sottolineano filosoficamente i due allenatori al termine della gara, "noioso" sostiene la competenza, "deludente" sancisce deciso il pubblico, anche di parte leccese, accorso a migliaia (oltre 15 mila in treni speciali, pullman, auto, ecc.), a sostituire sugli spalti dell' Adriatico lo svogliato tifo pescarese, stanco e sazio di una settimana di festeggiamenti per la raggiunta promozione. Il gemellaggio annunciato alla vigilia fra le due tifoserie è fallito sul nascere. In campo la paura di scoprirsi, di bruciare troppe energie alla prima uscita è stata più grande del desiderio di vincere, pure emerso a piccoli flash. Il resto è stata afa appiccicaticcia, nervosismo (ben cinque gli ammoniti) emozione e noia, di quando in quando stemperata dal rado accendersi del gioco. Il Cesena, alla fine, è più contento. Ha il vantaggio di giocare domenica, potrà vedere come va mercoledì, tra Lecce e Cremonese. Così il calcio è stato il grande assente. Lecce e Cesena hanno dato fondo a tutto il repertorio classico della loro categoria: interventi alla "viva il parroco", stop mancati, rimpalli impacciati in area, tiri svirgolati (quando ci sono stati), imprecisioni varie. Alla fine ne hanno beneficiato i due portieri, Negretti e Rossi, i cui interventi, rari, non hanno mai avuto nulla di preoccupante. Il Lecce ha attaccato di più. Ma ha deluso, sia pure con le attenuanti di due assenze importanti come quelle di Di Chiara e di Enzo, cui all' ultimo minuto s' è aggiunta quella di Pasculli, infortunato ad una gamba. Il primo tempo è stato più movimentato. Il Lecce si è gettato in avanti concretizzando già al 7' con un bel destro di Levanto. Ma è stata solo una promessa. Il Cesena ha fatto ordinatamente quadrato davanti a Rossi, un "pennellone" di 1,94, cesenate, pronto a tutto ma timidissimo nelle uscite. Il Cesena si è presentato con un tiro di Aselli al 9' su breve respinta di Danova, parato senza difficoltà, poi le due squadre si sono prese le misure. Il Lecce ha continuato ad attaccare, il Cesena a difendersi con pulizia e tranquillità e, all' occorrenza, a tentare qualche raro contropiede, con un certo pericolo per la porta avversaria. In un paio di queste incursioni la difesa del Lecce ha traballato leggermente, in difficoltà sui cross di Bogoni al 19' e sui calci d' angolo consecutivi. Il pericolo maggiore la porta di Negretti lo corre al 21' , quando una bella triangolazione tra Simonini e Aselli mette Traini in buona posizione per tirare a pochi passi dalla porta. Un' occasione, manco a dirlo, mancata. La paura ha scosso la formazione di Mazzone che si è fatta più aggressiva. Al 34' una punizione di Barbas tocca terra davanti a Rossi e Nobile inzucca rapidamente fallendo il bersaglio. Ed è proprio sui calci piazzati felicemente ispirati dall' argentino che il Lecce si è fatto più pericoloso. PAGE 00 Ma i tentativi piuttosto monotoni e prevedibili erano facilmente neutralizzati. Il secondo tempo si segnala per il crescere del nervosismo (nel breve volgere di pochi minuti quattro ammonizioni) e per poco altro. Ammonizioni a Simonini e Raise che metteranno in difficoltà i due tecnici, i quali si vedranno squalificare i giocatori. "Di più non si poteva fare - ha riassunto alla fine Mazzone - abbiamo attaccato, ma il Cesena si è difeso bene". - dal nostro inviato EUGENIO CAPODACQUA


 



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