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Ricorrenza del: 18/05/2018

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IL PESCARA DI PILLON SALVO PER 1 PUNTO

 

Pescara, il punto della liberazione

Pareggio senza grosse emozioni a Venezia, quello che serve per dribblare i play out

Un sospiro di sollievo più che un urlo di gioia. La soddisfazione per lo scampato pericolo più che l’esaltazione per il conseguimento della salvezza all’ultima giornata di campionato, quando il Pescara - la scorsa estate - pensava di avere ben altra classifica. Un punto d’oro quello conquistato al Penzo, permette ai biancazzurri di schivare la roulette russa dei play out senza attendere i risultati dagli altri campi. Salvezza in ghiaccio grazie a una partita giocata con la testa, oltre che con i piedi e con la corsa. Un Pescara attento e disciplinato con una missione ben precisa - non perdere - dopo la sciagurata sconfitta interna contro l’Ascoli. Di contro, un Venezia ancora stordito dal 5-1 subito a Cremona. Le velleità di conquistare il quarto posto in classifica, con il successo, vengono cancellate dal gol di Chochev del Palermo a Salerno alla fine della prima frazione di gioco. Quindi, pareggio o vittoria nulla cambiava ai lagunari. Che iniziano la partita in surplace, aspettando gli eventi. Meglio la squadra di Pillon nella prima mezzora, pur senza creare grossi brividi dalle parti di Audero. Manovra disinvolta, la palla gira bene, anche se grosse occasioni non ne crea. Poi, nel finale l’accelerazione del Venezia con Perrotta che salva su Zigoni e la traversa colpita da Stulac con una bella conclusione dal limite. All’intervallo si va con la notizia del vantaggio rosanero, quella che aspettava il Pescara affinché il Venezia mettesse da parte le speranze di salire al quarto posto, utile per saltare il primo turno dei play off. Nella ripresa il Pescara cerca di gestire il controllo dello 0-0. Ci riesce. E così Inzaghi cambia: mette Litteri e Fabiano al 22’ nel tentativo di dare brio e vivacità alla manovra. Poi, l’ex milanista viene espulso per proteste. Pillon risponde gettando nella mischia il 37enne Campagnaro per passare dal 4-3-3 iniziale a un più abbottonato 5-4-1. Un brivido, al 29’, lo regala Litteri con un tocco sotto porta, su assist di Geijo, sventato da Fiorillo. Quando a 4’ dalla fine arriva la notizia del raddoppio del Palermo a Salerno la partita è da considerarsi virtualmente chiusa. Attacca sì il Venezia, ma la difesa biancazzurra fa buona guardia e porta a casa il risultato sperato che fa chiudere una stagione fallimentare (Sebastiani dixit) con un sorriso distensivo. E un grosso sospiro di sollievo. In primis agli oltre 250 tifosi al seguito, nonostante il giorno feriale. E poi ai tanti appassionati trepidanti davanti al televisore.
Esulta braccia levate al cielo Bepi Pillon, lui sì che fa festa dopo aver preso il Pescara sull’orlo del baratro: undici punti in nove gare. Ma i numeri non bastano per rendere l’idea del lavoro svolto dal tecnico trevigiano arrivato in riva all’Adriatico dopo che Epifani aveva ottenuto un punto in cinque partite con una squadra che sembrava allo sbando. A Pillon - e a chi lo ha portato a Pescara, ovvero Giorgio Repetto - va riconosciuto il merito di aver raddrizzato il volante di una macchina indirizzata verso il baratro. Tanto per rendere l’idea i biancazzurri chiudono al 17° posto in graduatoria, l’ultimo utile prima delle porte dell’inferno calcistico.
Resta la delusione per una stagione in cui l’obiettivo minimo era la qualificazione ai play off dopo la disastrosa retrocessione dalla serie A. Il Pescara - almeno nel girone di ritorno - non ha mai dato la sensazione di poter entrare tra le prime otto. E, a tratti, è sembrato svagato e senza personalità. Una squadra costruita male che si è salvata all’ultima giornata in una notte in cui le sorprese non sono mancate: dal pareggio casalingo del Frosinone che ha permesso al Parma di D’Aversa di salire in A fino al colpo della Virtus Entella che ha condannato il Novara alla retrocessione. Al Penzo, invece, il risultato più scontato, quello 0-0 che permette al Pescara di pensare positivo, passando, inevitabilmente, per una rifondazione

TRATTO DA "IL CENTRO" ARTICOLO DI ROCCO COLETTI DEL 19 MAGGIO 2018


 



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