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Ricorrenza del: 21/05/2012

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POLEMICHE TRA DIRIGENTI DOPO LA PROMOZIONE

 

De Cecco
Arrivano come pietre le parole dell’ex Patron Peppe De Cecco all’indomani della storica promozione in Serie A dei biancazzurri. Espressioni che incrinano, in parte, il clima di festa che si era instaurato, come è ovvio, al termine della gara con la Sampdoria a Marassi. Frasi che sembrano un po’ stonate in un contesto armonico e decisamente gioioso.A sorpresa il presidente del sodalizio Delfino Pescara, in carica fino allo scorso mese di novembre, confessa: «No, grazie, non ho rimpianti. Potevo essere ricordato come il presidente della storica promozione in A dopo 20 anni, ma va bene così». E sulle condizioni economiche del club biancazzurro, rivela a sorpresa: «Impensabile che restassi, impensabile un mio ritorno, anche se in tante banche ci sono ancora le mie firme a garanzia dei debiti...”, aggiunge caustico,” debiti che sono tanti». «O prendo tutto in mano, e la cosa mi sembra difficile - prosegue De Cecco - o me ne resto dove sto. Ho un cognome che mi impedisce di fare il fast food del calcio: anche perché a Pescara la gente si aspetta che io resti almeno dieci anni. La serie A costa: lo so. Dai diritti tv arriveranno 20 mln, ma per fare una squadra vera ne servono altri 20 e puntare sui giovani. Però ho una certezza”, continua l’ex presidente” se fossi rimasto io, anche Zeman sarebbe rimasto al 100%”. E sul futuro del sodalizio calcistico pescarese conclude: “Sì, sono un romantico, ma non un ricco scemo: avevo un progetto diverso, che non si è concretizzato – chiosa il patron di Poggio degli Ulivi- l'attuale proprietà è spezzettata in tante frazioni, mi chiedo se è la composizione giusta per fare la serie A».

La risposta di Sebastiani
«Sono così indebitato e matto che per il prossimo anno mi tengo Verratti e confermo Zeman». Il giorno dopo il grande trionfo, la lunga notte di festa, brindisi, abbracci e commozione, il presidente Sebastiani si ritrova quasi senza accorgersene lanciato in una nuova sfida, durissima quanto forse intempestiva, con l'ex presidente e socio Peppe De Cecco.

La presa di posizione del suo predecessore che è anche una delle persona che più di tutti lo aveva voluto nella squadra che ha rilevato la società dal fallimento è arrivata davvero come un fulmine a ciel sereno: amara, pungente, pesante in alcuni passaggi, soprattutto inopportuna e ingiusta secondo il presidente. Perciò non poteva proprio farla cadere.

«Questa società avrà fatto o farà certo errori ma finora ha sempre onorato i suoi impegni e con me continuerà a farlo, perciò non possiamo tollerare affermazioni come quelle dell'ex presidente, del tutto infondate. Per questo», dice scandendo le parole Sebastiani, «innanzitutto voglio tranquillizzare lui ma soprattutto i tifosi: sono così preoccupato dai debiti fatti quando De Cecco era presidente, che per la serie A ho due certezze: non venderemo Verratti e confermeremo Zeman».

La ferita brucia, ormai Sebastiani è un fiume in piena e replicando punto per punto a De Cecco. «In riferimento agli insanabili contrasti con l'attuale dirigenza», aggiunge, ««vorrei chiarire che erano relativi a due correnti di pensiero: una, maggioritaria, voleva ricapitalizzare la società immettendo capitale necessario

per il proseguimento del campionato; l'altra che voleva cedere al Pescara la struttura del Poggio degli Ulivi (proprietà di De Cecco. ndr) addossando alla società un investimento molto corposo in una fase delicata della stagione: ha prevalso la prima e i risultati sono sotto gli occhi di tutti». E per evitare equivoci, il presidente sottolinea che «nessuno ha mai voluto l'uscita di scena dell'ex presidente, è stata una scelta dello stesso, conseguente alla mancata acquisizione del Poggio». Quanto ai debiti «mi preme rassicurare De Cecco e i tifosi che la società ha debiti relativi alle passate stagioni nelle quali il presidente era appunto De Cecco e i soci erano anche diversi da quelli di oggi». Non solo «dall'uscita di scena dell'ex presidente a oggi questa società è stata ricapitalizzata per circa 5.8 milioni di euro, serviti per pagare il corrente e abbassare le esposizioni bancarie». Ma Sebastiani ha una ultima stoccata in serbo: «Rispetto alla volontà di De Cecco di prendere tutto, posso affermare che c'è la massima disponibilità da parte almeno del 51% dei soci a trattare. Non comprendo come possa parlare lui di fast food del calcio, quando nel corso degli anni ha sempre diminuito le sue quote».

In conclusione Sebastiani non si risparmia una stilettata al curaro per sottolineare l'intempestività della sortita dell'ex socio. «Sarebbe bastato un "complimenti ragazzi per quello che avete fatto e per i problemi che avete risolto anche a me"».

A chiarire ulteriormente le divergenze esplose nel corso della stagione interviene l'ad Danilo Iannascoli. «Dispiace che un momento di gioia collettiva venga rovinata da una polemica che non ha ragione di esistere», dice Iannascoli, «ma è bene si sappia che la situazione economica della società è attualmente più solida che prima dell'uscita di De Cecco proprio perché abbiamo fatto scelte attente sul piano finanziario. L'acquisizione dell'impianto del Poggio degli Ulivi, che è l'unico vero interesse di De Cecco, poteva essere fatta ma alle condizioni che lui conosceva, e nei tempi che si erano previsti. Non potevamo rischiare problemi nella gestione corrente, che potevano portare anche a penalizzazioni in classifica, per soddisfare la sua voglia di vendere e a condizioni più onerose di quelle iniziali».

Dietro la pesante frizione ci sarebbe un aumento dela valutazione dell'impianto di oltre un milione di euro, ignorando la necessità di una serie di adempimenti amministrativi e costosi interventi per adeguarlo alle esigenze della società (servizi, foresteria, ecc.). «De Cecco sa che nessuno dei soci ha accettato le sue condizioni, nemmeno quelli a lui più vicini, ci rifletta», conclude Iannascoli, «e quanto alle firme in banca, stia tranquillo, rispetto a quando c'era lui, siamo più solidi e in serie A. Presto sarà sollevato anche dagli impegni che lui aveva assunto». In serata poi Sebastiani ha rilanciato il progetto alternativo al Poggio degli Ulivi, in collaborazione con Provincia e Comune di Città Sant'Angelo.


 



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