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Ricorrenza del: 20/05/2012

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IL PESCARA DI ZEMAN TORNA IN SERIE A

 

Pescara in serie A: promozione dopo 20 anni

Il 20 maggio 2012 il Pescara gioca la penultima di campionato e si gioca la serie A con la Sampdoria.

A Marassi i ragazzi di Zeman guadagnano la promozione matematica in serie A grazie alle reti di Immobile e Caprari (doppietta).

Il Pescara di Zeman dopo 20 anni regala il sogno più grande: la Serie A. I biancazzurri superano la Sampdoria a Genova per 3-1 e conquista la massima serie con una giornata d'anticipo.

Rosa di giovanissimi campioni, solito gioco spumeggiante e tutta una città a tifare: è questa la ricetta che ha permesso all'allenatore boemo di ritornare nell'Olimpo del calcio italiano alla guida della squadra abruzzese, che in A mancava da vent'anni
Zemanlandia torna in Serie A. Dopo sette anni il tecnico boemo torna nella massima serie del campionato italiano. Il suo nuovo capolavoro si chiama Pescara, che dopo vent’anni in sale in A, con una giornata di anticipo, grazie alla vittoria 3-1 a Marassi contro la Sampdoria. Il metodo è sempre lo stesso: fatica e sudore in allenamento; corsa, fuorigioco e triangoli sulle corsie esterne in partita. Anche la tattica è la stessa: lo storico modulo 4-3-3, iperoffensivo marchio di fabbrica di un calcio sempre all’arrembaggio, a cercare un gol in più dell’avversario. Uguale pure la strategia: giovani entusiasti come Verratti (convocato da Prandelli nel gruppo dei 32 che si prepara per l’Europeo), Immobile (capocannoniere in B con 28 gol a una giornata dalla fine), il baby-fenomeno Insigne, Cascione e Caprari, solo per citarne alcuni.
Ma immutabile, eternamente uguale a se medesimo, è sempre lui: Zdenek Zeman. Con i suoi interminabili silenzi, le innumerevoli sigarette, lo sguardo perennemente ironico e disincantato, da personaggio brechtiano. “A mio parere, la grande popolarità che ha il calcio nel mondo non è dovuta alle farmacie o agli uffici finanziari, bensì al fatto che in ogni piazza in ogni angolo del mondo c’è un bambino che gioca e si diverte con un pallone tra i piedi”. Questo lo Zeman-pensiero. Torna in Serie A il pensiero eretico, il cantore dell’utopia per cui un altro calcio è possibile. Rientra sulla scena del calcio italiano il grande accusatore: quello che per primo gridò disperato che “il calcio doveva uscire dalle farmacie, nel nostro ambiente girano troppi farmaci”.
Era l’estate del 1998, quelle parole diedero il là all’inchiesta del procuratore Guariniello. Cominciarono i processi a carico di Agricola e Giraudo, ovvero la Juventus, conclusi con l’assoluzione confermata nei tre gradi di giudizio per quanto riguardava l’uso di sostanze dopanti e la prescrizione in Cassazione per l’abuso abuso di farmaci. Fatto sta che il fu primo ‘processo alla Juve’, poi seguirono l’affaire Gea e, più recentemente, Calciopoli. E nell’immaginario collettivo lui rimase sempre il responsabile, il ‘nemico’ della Juve: quella squadra per cui faceva il tifo quando ragazzo raggiunse in Italia lo zio Vycpálek, che dei bianconeri era stato allenatore. E così, vista la contemporanea promozione del Torino, per la Juventus i derby contro i ‘nemici’ l’anno prossimo saranno quattro: due col Toro e due con Zeman.
Ai tempi della grande accusa, Zeman era sulla cresta dell’onda. Reduce dalla prima Zemanlandia a Foggia, era considerato il tecnico emergente del calcio italiano. Da allora il buio. Per i fedeli del verbo zemaniano, la colpa è del grande vecchio bianconero, che lo ostracizzò dal calcio che conta. Per i detrattori, la dimostrazione che la sua idea di calcio non poteva funzionare. Furono anni bui, dentro e fuori dall’Italia, tra esoneri e fallimenti sportivi. Ma i devoti seguaci non l’hanno mai abbandonato, e hanno aspettato fiduciosi il ritorno del messia.
L’epifania si è fatta attendere a lungo. Fino ad oggi, quando la sagoma del tecnico boemo ha spalancato per un attimo la bocca, un urlo muto: Serie A. Guadagnata e sudata sul campo. Sotto la pioggia di Genova, mentre i giocatori festeggiano e lo indicano come l’artefice del trionfo, una lacrima scende sul viso del tecnico boemo: “E’ tutto per Franco”. La dedica commossa è per Francesco Mancini, suo portiere dai tempi di Foggia e poi stretto collaboratore e soprattutto amico, scomparso due mesi fa per un infarto. Perché anche nel calcio l’importante è restare umani. Parola di ‘Sdegno‘.




dalla gazzetta delo sport
Il Pescara sbanca anche Marassi Zeman le regala la A dopo 19 anni

Show abruzzese davanti a Mancini: il 3-1 alla Samp vale la promozione nella massima serie che manca dal 1992-93. Blucerchiati sesti e ai playoff. Il boemo glissa sul futuro: "Qui mi trovo bene, poi vedremo". Il presidente Sebastiani blinda Verratti: "Vuole restare qui un'altra stagione"

Il Pescara ritrova la serie A dopo 19 anni. La squadra di Zeman sbanca Marassi davanti agli occhi di Roberto Mancini e con un turno di anticipo conquista la promozione (la seconda in carriera per il tecnico dopo quella con il Foggia nel 1991): gli abruzzesi mancavano dalla massima serie dal 1992-93. Due gol di Caprari e uno di Immobile piegano la Samp che ha segnato il gol della bandiera con Juan Antonio quando il match aveva già preparato i titoli di coda. Ma grazie alla sconfitta del Padova la squadra blucerchiata è comunque certa di disputare i play-off. Alla fine il pubblico di casa tributa un lungo applauso ai giocatori abruzzesi che portano in trionfo Zeman.

La partita si accende subito. Il merito è della squadra di Iachini che prova a sorprendere il Pescara con una partenza a razzo. Al 10' Pozzi carica il destro da fuori area, ma la sua conclusione è deviata in corner. Sugli sviluppi del calcio d'angolo, Pozzi stacca sul primo palo, ma Verratti salva sulla linea di porta. Al 17' splendida combinazione Pozzi-Munari- Pozzi che di testa non crea grattacapi ad Anania. Nel momento migliore della Sampdoria, arriva il vantaggio del Pescara in contropiede. Merito di Verratti che ribalta magistralmente l'azione e serve in profondità Caprari, implacabile a tu per tu con Romero. Al 31' il portiere blucerchiato è protagonista, suo malgrado, del raddoppio abruzzese: rinvio sbilenco sui piedi di Immobile, palo e gol. Il Pescara sente il profumo della serie A. Al 42' Insigne sfiora il tris, ma stavolta Romero fa buona guardia. Due minuti dopo i padroni di casa potrebbero riaprire il match su calcio di rigore procurato da Pozzi, ma sbagliato dallo stesso attaccante che spizzica il palo.

Nella ripresa la Sampdoria prova il tutto per tutto e ha due ghiotte occasioni nel giro di pochi minuti, prima con Pozzi e poi con Gastaldello, che solo davanti al portiere calcia debolmente. Sul ribaltamento di fronte il Pescara va vicinissimo alla terza marcatura con Insigne che di testa esalta i riflessi di Romero. Al 15' gli ospiti calano il tris. Il gol porta la firma di Caprari che va via in slalom a Costa e Gastaldello, prima di fulminare Romero in uscita. Iachini tenta la carta Juan Antonio per Foggia ed è proprio il fantasista argentino ad accorciare le distanze al 37' sfruttando un varco in area di rigore. Ma è troppo tardi.

Troppo presto, invece, per stabilire dove allenerà Zeman la prossima stagione. "Andate sempre di fretta", scherza il tecnico con chi lo stuzzicava. "Ci mancano la biro e la carta per firmare il contratto", ha aggiunto il presidente Sebastiani. Ma l'impressione è che l'intesa si possa trovare. "Ora pensiamo a festeggiare - ha aggiunto il tecnico boemo - poi vedremo. Io qui mi trovo bene. Ci siamo tolti molte soddisfazioni con una squadra giovane". Il patron ha parlato anche di Verratti: "Lui mi ha chiesto di proseguire con il Pescara per un altro anno perché è legato alla città. Gli ho fatto una promessa"




 



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