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Ricorrenza del: 06/02/1977

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AL RAMPIGNA MUORE ADRIANO FLACCO

 

Una domenica di oltre 30 anni fà, il giovane Adriano Flacco perse la vita al campo Rampigna di Pescara durante la partita Porto-Tortoreto. Durante il secondo tempo della gara, valida per il campionato di Promozione, lo stopper dopo essersi voltato verso la sua porta, cadde a terra perdendo i sensi. Inutili tutti i tentativi di soccorso.
In Abruzzo è stato il primo calciatore morto in mezzo al campo. All’epoca, non fu effettuata alcuna autopsia e tutt'ora rimane il mistero sulle cause del decesso del calciatore dilettante, all’epoca quasi 28enne.
Ogni anno, a Pescara, Adriano viene ricordato in una cerimonia da familiari e amici con una messa in suffragio. Lo ricordano, ogni anno, anche gli sportivi abruzzesi che gli hanno intitolato due società di calcio: una a Pescara e l’altra a Giuliano Teatino in di Chieti. Entrambe le società, militano con alterne vicende, nei campionati dilettantisticie entrambe portano il nome di un calciatore modello nella memoria di chi lo ha conosciuto.
La città di Pescara gli ha anche dedicato l’antistadio.

Ugo D’Incecco, compagno di squadra di Adriano Flacco ai tempi del Porto, in una bella intervista edita da il Centro nel 2007 ricorda il giovane scomparso.
«Non è una frase retorica, ma Adriano Flacco era davvero un ragazzo eccezionale. Aveva una passione smisurata per il calcio»
Di quel 6 febbraio 1977 il ricordo è ancora nitido. «Eravamo in campo e giocavamo il secondo tempo», sostiene Ugo D’Incecco. «Di colpo, Adriano è caduto a terra. Ci siamo fermati subito. E’ arrivata l’ambulanza nel giro di qualche minuto. Con lui andò Lelli, un pompiere, che era un nostro compagno di squadra, quel giorno in tribuna. Se non ricordo male la partita finì 1-1 e quando siamo tornati negli spogliatoi abbiamo capito che si era verificato qualcosa più di un semplice malore. E quando è tornato, Lelli ci ha fatto capire che Adriano era morto». Il fratello di Adriano, Dario, quel giorno, ha lasciato il campo di Rampigna alla fine del primo tempo. «Giocavo nel Pineto», racconta, «ma quella domenica non ero stato convocato. E così dopo aver visto un po’ della partita di mio fratello sono andato in giro con gli amici. Sono tornato verso casa intorno alle 19 e al bar mi è stato riferito della disgrazia. Sono andato subito verso l’ospedale dove ho trovato diverse centinaia di persone fuori. Quel giorno c’era Pescara-Spal e all’uscita dallo stadio si era sparsa la voce della morte di un calciatore dilettante. E la curiosità ha spinto tanta gente ad andare verso l’ospedale». Adriano Flacco era amico e coetaneo di Renato Curi che, a distanza di quasi un anno, è morto anche lui in mezzo al campo, a Perugia, nel corso di una partita di calcio di serie A

segue articolo tratto da "Il centro" del 07.02.2017
PESCARA Al campo Rampigna, pochi attimi prima delle 16,30 di domenica 6 febbraio 1977, a meno di 5' dal termine della gara di Promozione Porto Pescara-Tortoreto (1-1), il capitano della squadra pescarese Adriano Flacco, difensore centrale,si accascia nella propria area di rigore e tutti i tentativi di rianimarlo risultano vani; muore durante il trasporto nel vicino ospedale civile. E'stata la prima, tragica morte su un rettangolo di gioco in Abruzzo. Cinque mesi dopo, la stessa sorte è toccata, al suo amico d'infanzia, Renatino Curi giocatore del Perugia in serie A. Adriano e Renato si sono conosciuti sugli spazi in terra battuta del rione Marina Sud dove hanno iniziato a tirare i primi calci al pallone, entrambi sono stati accumunati dallo stesso crudele destino. Adriano è nato a Giuliano Teatino il 7 aprile 1949; la famiglia si è trasferita a Pescara nel 1955, quando lui e la sorella Silvana dovevano iniziare le scuole elementari. Mamma Adele l'ha raggiunta in cielo nel gennaio del 2001; papà Silvio, invece – nel segno della longevità che caratterizza il Dna della stirpe – è un arzillo e vivace combattente che compirà 97 anni li prossimo 9 ottobre. Ha rinunciato alla patente di guida nel 2015. Silvio nell'ultima guerra mondiale è stato prigioniero per 7 anni, molti dei quali trascorsi nei campi lavoro. Gli acciacchi della prigionia gli sono valsi un posto di lavoro come usciere nel Liceo classico D'Annunzio di Pescara. Adriano ha anche un fratello, ora 60enne, Dario che da lui ha ereditato la passione per il calcio e, nel 1972, quano era un 16enne calciatore della Pro Pescara, ha rifiutato il trasferimento all'Avellino di Tony Giammarinaro allora promosso in serie A. Dario il massimo traguado calcistico lo ha raggiunto in serie D con il Pineto dove allora militava anche Aldo Ammazzalorso, ha giocato anche nella Vastese dove ha segnato 15 gol nelle utime 15 gare di campionato. Adriano, invece, dopo aver conseguito il diploma di perito elettrotecnico, ha trovato lavoro nella società Ferri Elettroforniture. Per ricordare i suoi valori nello sport, l'anno dopo la morte sono nate due società dilettantistiche: l'Adriano Flacco di Giuliano per opera di Aurelio Flacco, Mario Flacco e Ricco Remo, il papà di Alessandro Ricco, giovane vice presidente dell'attuale Giuliano Teatino, scomparso prematuramente lo scorso anno. Remo Ricco è stato il primo presidente dell'Adriano Flacco GT. Nello stesso anno a Pescara è stata fondata l'Adriano Flacco Pescara che milita ancora in Promozione con il nome di Delfino Flacco Porto ed è una vera fucina del calcio giovanile abruzzese. A metà degli anni '80 l'amministrazione comunale di Pescara ha inoltre intitolato l'antistadio a Adriano Flacco; qualche anno prima era stata l'amministrazione comunale di Giuliano Teatino ad intitolare il campo sportivo al giovane calciatore scomparso a meno di 28 anni. Un ricordo inedito e toccante di Adriano arriva da uno sportivo di razza e imprenditore pescarese: Gianni Suaria amico da sempre della famiglia Flacco. «Per me», ha esordito Suaria, «Adriano non è mai morto. Nella mia mente sono vivi i ricordi che non si cancelleranno mai. Nel 1967 Adriano mi avviò al gioco del calcio portandomi a giocare nella Colombo del presidente Anselmi, lui era il mister dei giovanissimi. Era dotato di una umanità e sensibilità indescrivibili, sempre disponibile con tutti e in particolare con i giovani e gli anziani. Quella domenica di 40 fa», continua Suaria, «la mattina ero andato al Rampigna per vedere una partita di giovanissimi e sugli spalti c'era anche Adriano, subito mi disse: “Oggi pomeriggio giochiamo contro il Tortoreto, una partita molto importante per i piani alti della classifica,per me è l'ultima, ho deciso a fine partita lo dirò a mister Spada”. Quel pomeriggio andai a vedere Pescara-Spal (3-1) gran bella partita caratterizzata da un gran gol di Prunecchi in rovesciata. Uscendo dallo stadio mi si avvicinò Orlando D'Annibale un amico comune e con grande emozione disse: “Hai saputo che è morto Adriano?”. “Ma chi Adriano?”, chiesi. Adriano Flacco. Che dramma, con il cuore in gola», conclude Gianni Suaria, «scappai subito in ospedale dove c'era già tanta gente in lacrime». Sabato 11 Febbraio, alle ore 17, nella chiesa Bambin Gesù in piazza Luigi Rizzo (Marina Sud) sarà celebrata una Santa Messa di suffragio per ricordare l'indimenticabile Adriano.









 



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