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Parco Nazionale della Majella


Da tempo immemorabile la Majella rappresenta per gli abruzzesi la montagna madre. Per secoli la Majella è stata considerata la montagna sacra, madre di tutti gli uomini: qui i riti precristiani e le testimonianze del passato si sono conservate nei luoghi, nelle grotte preistoriche e nei paesaggi straordinariamente integri.
Questa montagna, ricchissima di presenze archeologiche, offre la possibilità di ammirare rifugi occasionali in cui i cacciatori paleolitici lavoravano la selce. Una delle più importanti testimonianze preistoriche del territorio è la Grotta dei Piccioni di Bolognano, santuario frequentato dalle genti neolitiche che sacrificarono due bambini per adempiere ai culti della Dea Terra.
Nel Medioevo divenne luogo di preghiera per numerosi eremiti. Eremi e abbazie fiorirono così numerosi che il Petrarca la definì Domus Christi: dal famosissimo eremo di Santo Spirito, monumento nazionale, a vere e proprie grotte, quali gli eremi di S. Onofrio di Serramonacesca, S. Giovanni all'Orfento, S. Bartolomeo, etc. L'Ente Parco fu istituito nel 1991 insieme a quello del Gran Sasso-Laga. L'Ente Parco ha sede a Guardiagrele e uffici a Pacentro e Caramanico Terme. La cima principale, è il Monte Amaro (2795 m), ma ve ne sono una trentina che superano i 2000 m. Tra queste si ricordano il Monte Acquaviva (2737 m), la Cima delle Murelle (2596 m),il monte Rotondo (2656 m) il monte Macellaro (2646 m) e il Monte Focalone (2676 m) con pareti quasi dolomitiche.
Comuni: Abbateggio, Ateleta, Bolognano, Campo di Giove, Cansano, Caramanico Terme, Civitella Messer Raimondo, Corfinio, Fara S. Martino, Gamberale, Guardiagrele, Lama dei Peligni, Lettomanoppello, Lettopalena, Manoppello, Montenerodomo, Rapino, Rivisondoli, Roccacasale, Roccamorice, Roccapia, Roccaraso, Pacentro, Palena, Palombaro, Pennapiedimonte, Pescocostanzo, Pizzoferrato, Popoli, Pratola Peligna, Pretoro, Salle, Sant'Eufemia, S. Valentino, Serramonacesca, Sulmona, Taranta Peligna, Tocco a Casauria
Province: Chieti, Pescara, L'Aquila
Ente gestore e gestione tecnica: Ente Parco Nazionale della Majella - Guardiagrele Tel. 0871800713
Estensione: 72.480 ettari

 

Parco Nazionale del Gran Sasso e monti della Laga


Esteso per ben 148.935 ettari, il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga è un mosaico di natura e cultura. Si sviluppa sui territori di tre regioni (Abruzzo, Lazio e Marche) e include quarantaquattro comuni. Entro i suoi confini la natura è grandiosa: Corno Grande, Camicia e le altre cime del Gran Sasso attraggono da tempo gli appassionati di alpinismo ed escursionismo. Recentemente i riflettori si sono accesi anche per la Laga, i monti Gemelli e la grande ricchezza costituita dalle fasce pedemontane. Con la nascita del parco nazionale hanno, assieme alla tutela dei fiori e animali, iniziato a trovare la meritata attenzione centri storici annidati sui cotoni, chiese romaniche, tradizioni artigianali, produzioni agricole locali. Le attrattive naturalistiche sono di primissimo piano. I 2.912 metri del Corno Grande, affiancati dai picchi di Pizzo d'Intermesoli (2.564 m), Corno Piccolo (2.655 m), monte Prena (2.561 m), monte Camicia (2.564 m) offrono scorci spettacolari a chi sale lassù e pure a chi si limita ad ammirarne il profilo da Campo Imperatore o dai Prati di Tivo, i due grandi "balconi" del Gran Sasso.
Come si visita un parco naturale come quello del Gran Sasso e Monti della Laga? I centocinquantamila ettari del parco sono un territorio pari o in alcuni casi superiore a quello dell'intera provincia. Ce n'è per una settimana "verde" durante le più lunghe vacanze estive, e pure per diversi fine settimana durante il resto dell'anno. Per percorrere a piedi i sentieri centrali del Gran Sasso va scelta la piena estate. Le stagioni intermedie sono perfette per gli itinerari di media e bassa quota, numerosissimi e di estremo interesse nell'area protetta. Pure l'inverno ha le sue carte: la scoperta in un'atmosfera surreale di tesori d'arte dei centri storici e delle chiese romaniche oppure,
per i più sportivi, la visita delle cascate di ghiaccio dei torrenti sulla Laga.
La vastità del territorio, la notevole estensione altitudinale, la tormentata morfologia, la millenaria presenza dell'uomo, hanno favorito, nel Parco, l'affermazione di una copertura vegetale quanto mai varia e articolata. A ciò si deve aggiungere la natura litologica che differenzia i gruppi del Gran Sasso e della Montagna dei Fiori - Montagna di Campli da quello della Laga: calcareodolomitici i primi, marnoso-arenaceo l'ultimo. Le differenze litologiche che si riflettono sull'idrografia, in quanto le rocce della Laga favoriscono la presenza di sorgenti anche a quote relativamente elevate, ciò che non è possibile nei litotipi calcarei idrovori del gran Sasso: anche da ciò dipende una diversificazione vegetazionale, almeno nelle forme di dettaglio. le particolari condizioni geochimiche della Laga permettono poi l'affermazione, su questo massiccio, di specie e comunità vegetali silicicole, assenti o molto più rare sul Gran Sasso.
Vita animale: Il parco, con la sua linea di cresta di circa 90 km, funge da naturale cerniera tra la parte più settentrionale del sistema delle aree protette centro-appenniniche, cioè il Parco dei Monti Sibillini e quella meridionale, costituito dal Parco della Majella e dallo storico Parco d'Abruzzo, risultando così di fondamentale importanza nel sistema dei parchi Nazionali dell'Italia Centrale. La permanenza e la possibilità si spostamento dei mammiferi minacciati di estinzione e dei più rari orso bruno marsicano, camoscio d'Abruzzo, lupo, lontra, gatto selvatico, martora, trovano in questo nuovo parco un alleato prezioso per la loro sopravvivenza.


Comuni: L'Aquila, Cagnano Amiterno, Campotosto, Capitignano, Montereale, Pizzoli, Barisciano, Calascio, Capestrano, Carapelle Calvisio, Castelvecchio Calvisio, Castel del Monte, Ofena, S. Stefano di Sessanio, Villa Santa Lucia; Campli, Civitella del Tronto, Cortino, Rocca Santa Maria, Torricella Sicura, Valle Castellana, Arsita, Castelli, Crognaleto, Fano Adriano, lsola del Gran Sasso, Montorio al Vomano, Pietracamela, Tossicia; Brittoli, Montebello di Bertona, Bussi sul Tirino, Pescosansonesco, Carpineto della Nora, Villa Celiera, Castiglione a Casauria, Civitella Casanova, Corvara, Farindola; Acquasanta Terme, Arquata del Tronto; Accumoli, Amatrice.
Province: L'Aquila, Teramo, Pescara, Ascoli Piceno, Rieti.
Ente gestore: Ente Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.
Gestione tecnica: Ente Parco
Estensione: circa 143.000 ettari
STRUTTURE
Ufficio: c/o Presidenza Giunta Regionale d'Abruzzo - 67100 L'Aquila
Centri direzionali: Assergi - Sede Legale Polo Amministrativo - via del Convento - 67010 Assergi - L'Aquila
Tel: 086260521 - Fax: 0862606675
Centro visite ed informazioni turistiche: a Pietracamela; in attivazione nei Comuni del Parco e presso le Province
Musei: in corso di allestimento presso i centri all'interno del Parco; attualmente diversi musei sono presenti all'Aquila, Teramo e in altri Comuni del Parco
Area faunistica: Camoscio d'Abruzzo a Farindola (Pe) e Pietracamela (Te)
Giardino Botanico: Giardino Alpino a Campo Imperatore, per specie vegetali di alta quota
Percorsi escursionistici: sentieri del CAI
Foresteria e altre strutture: in allestimento
RICETTIVITÀ E VISITE
Alberghi: nei principali Comuni del Parco
Camping: Staz. Funivia Fonte Cerreto-Prati di Tivo, Fonte Vetica-Rigopiano
Rifugi: lungo la rete di sentieri del Parco
Ristoranti: nei centri abitati piccoli e grandi del Parco
Accessibilità ai disabili: in corso di adeguamento su diversi sentieri del Parco

 

ITINERARI


Pescara tra eremi e grandi abazie

Gli eremi e le grandi abbazie sono caratteristici in questa provincia. Poco distante dall'uscita per Alanno-Scafa della A24 (Pescara-Roma) sorge santa Maria d'Arabona, costruita nel 1208 e circondata da un parco. All'interno meritano attenzione il tabernacolo gotico, il candelabro pasquale e i tre dipinti che decorano il coro. L'imponente sala capitolare è inglobata nei resti dell'abbazia. Proseguendo, nel comune di castiglione si trova San Clemente a Casauria. Iniziata nell'871 da Ludovico II (di questa prima fabbrica resta solo la cripta con le reliquie del santo martire), fu poi trasformata nel 1152 per opera dell'abate Leonate. La facciata presenta un pronao a tre arcate e le antichissime porte di bronzo dell'abbazia. L'interno è a tre navate absidate; il ciborio, lambone e il cero pasquale ne costituiscono l'arredo. L'abbazia di San liberatore a Maiella, innalzata intorno al 1000 e ricostrutita poi da Desiderio, abate di Montecassino, si staglia nel verde scenario di Serramonacesca. La facciata, con tre portali, offre il modello più antico di romanico abruzzese. In una frazione di Caramanico, nella valle dell'Orte, si incontra la chiesa di San Tommaso, costruita, come indica la data incisa sul portale, nel 1202. Nella valle della Nora, a Carpineto, la chiesa di San Bartolomeo mostra elementi romanici e gotici. Un portico biarcato precede la facciata; la costruzione è a pianta basilicale a tre navate; nel presbiterio si ravvisano influenze borgognone. Dell'annessa abbazia restano solo pochi ruderi. tra le colline del Tavo, vicino a Moscufo, si ammira Santa Maria del Lago, risalente al XII secolo e costruita secondo una tipologia riscontrabile anche a Sant'Angelo di Pianella e a santa Maria delle Grazie a Civitaquana. Il bellissimo ambone in stucco policromo, eseguito dal maestro Nicodemo nel 1159, è simile a quelli di Cugnoli e di Santa Maria a Rosciolo. Da visitare Santa Maria in Piano a Loreto Aprutino, di forma tardo-gotica, con affreschi di notevole valore, tra cui il celebre Giudizio delle anime. Nella zona a ridosso della Majella si trovano alcuni tra i più bei romitori e santuari rupestri. tra i maggiori si segnalano la badia di Santo Spirito a Majella e l'eremo di San Bartolomeo, ambedue nel territorio di Roccamorice e utilizzati da Pietro Angeleri, futuro Celestino V. La provincia annovera santuari molto antichi e cari alla popolazione. Il Volto Santo di Manoppello è meta di pellegrinaggi che vi giungono anche da fuori regione, soprattutto nella seconda domenica di maggio, per venerare un drappo di seta su cui è dipinto il volto di Gesù Cristo conservato in una preziosa teca. A Pescosansonesco, sotto una roccia con una fonte miracolosa, sorge il santuario del Beato Nunzio Sulprizio, giovane operaio dalla vita esemplare morto il secolo scorso. Di splendide forme barocche e molto frequentati i santuari della Madonna dei Sette Dolori a Pescara e della Madonna della Croce a Pietranico. UNa singolarità della provincia è infine l'Oasi orientale di Villabadessa nel comune di Rosciano; qui si trova la chiesa di rito bizantino greco in cui è esposta un'importante collezione di icone russe.

 

 

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