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Speciale - Giovanni Galeone - Gazzetta dello Sport 15.10.1988
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dalla GAZZETTA DELLO SPORT, 15/10/1988
Galeone Sacchi non solo zona
di ALBERTO CERRUTI
 
- Sacchi, è più difficile vincere lo scudetto con Gullit, Virdis e Baresi, o salvarsi divertendo con Camplone, Bergodi, Berlinghieri?
Come si fa a dirlo? Ogni squadra ha i propri problemi, che sono sempre diversi rispetto a quelli degli altri e quindi è impossibile fare paragoni di questo tipo.
- E secondo lei, Galeone, che cosa è più difficile?
Io non ho dubbi: è sempre più difficile arrivare primi, perché per salvarsi si può arrivare quart'ultimi o quint'ultimi, mentre per vincere lo scudetto si deve per forza conquistare il primo posto e quindi, Gullit o non Gullit, complimenti a Sacchi.

- Sacchi, dopo Liedholm ed Eriksson, siete stati voi a lanciare definitivamente la "zona" in Italia: si tratta soltanto di una moda del momento, o della svolta verso il calcio del futuro?
Parlare di moduli tattici è limitativo, perché non esiste in assoluto un modulo vincente. Si vince col lavoro e con la mentalità e il gioco a zona è soltanto un mezzo, non uno scopo. Per me, addirittura, il gioco a zona è l'ultima cosa che conta.

 - Ha sentito, Galeone?
Sì, ho sentito e rimango della mia idea, secondo la quale il gioco a zona è importantissimo, perché questo è il modulo del futuro, il modulo del calcio europeo che può consentire alle nostre squadre di compiere il cosiddetto salto di qualità in campo internazionale. Non credo, ad esempio, che siano un caso i tre gol della Roma in Germania. Non so se è merito nostro, ma indubbiamente quest'anno in serie A, e più in generale nel calcio italiano, c'è il boom della zona. Bagnoli ha cominciato ad applicare la zona ed anche Trapattoni ha fatto qualche tentativo. Auguriamoci quindi che non si tratti di una moda, come potrebbe far pensare la protesta dei tifosi del Licata, che si sono lamentati perché la loro squadra non gioca a zona. Scherzi a parte, io credo che molti presto si adegueranno a questo tipo di gioco e secondo me è ora che anche la Juventus passi alla zona, visto che sta cambiando molto.

- Allora, anche la nazionale dovrebbe voltare pagina?
Certo, e io credo che prima o poi anche Vicini passerà alla zona. Gli basterebbe inserire Manfredonia, perché lui e Baresi al centro potrebbero giocare con la sigaretta in bocca, in due contro sette. Ma l'ha visto Manfredonia, l'altra sera a Norimberga? E' stato splendido. No, guardi, più ci penso e più mi rendo conto che si deve giocare a zona, per vincere e dare spettacolo e del resto gli ultimi risultati lo dimostrano: in serie A ha vinto il Milan, in B ha vinto il Bologna, in coppa dei Campioni ha vinto il PSV Eindhoven e ai campionati europei sono arrivate in finale Olanda e Unione Sovietica, tutte squadre cioè che giocano a zona e non credo proprio che si tratti di una somma di coincidenze.

 - Galeone, la nazionale mercoledì giocherà proprio a Pescara, ha qualche consiglio da dare a Vicini?
Visto che di Manfedonia ho già parlato, faccio il nome di Marocchi che per me può diventare il sostituto ideale di Bagni. E' uno dei pochi, autentici talenti che ci sono in circolazione, perché in generale il calcio italiano si è molto impoverito in questi ultimi anni.

- Sacchi, torniamo a voi: che cosa ha dato Galeone al Pescara?
Di me preferisco non parlare, lo devono fare gli altri. Per quanto riguarda Galeone, penso che abbia dato al Pescara la gioia di giocare.

- E secondo lei, Galeone, che cosa ha dato Sacchi al Milan?
Sicuramente un'impronta nel gioco, anzi un gioco personalizzato. Chi lo conosce e vede giocare le squadre di Sacchi capisce subito che c'è la mano di Sacchi. E' un fatto di tattica, ma anche di mentalità e soltanto così si spiega la voglia di gol che il Milan aveva contro il Vitocha, quando stava già vincendo 3-1 e avrebbe potuto risparmiarsi.

- In che cosa siete diversi?
Io sono un tipo da strada, mentre lui è nato con lo stile Fininvest, però andiamo d'accordo lo stesso.

- Sacchi, se lasciasse il Milan, quale squadra le piacerebbe allenare?
Premesso che non vorrei mai lasciare il Milan, cercherei di scegliere una società che interpreti il calcio come divertimento.

- Galeone, un anno da lei ci disse che sognava la panchina del Napoli. E' ancora dello stesso parere?
Visto che allora Bianchi si arrabbiò, adesso non dico più Napoli, ma Roma. Sì, la Roma oggi mi piace proprio.

- Sacchi, Trapattoni alla Juve vinceva ed era considerato bravo, oggi all'Inter non vince più ed è discusso: ma allora come si fa a capire se un allenatore ha delle qualità?
Per me i risultati contano fino ad un certo punto. Per capire se un allenatore ci sa fare, bisogna guardare come si comportano le sue squadre, perché un allenatore è bravo se sa dare un gioco.

- E' d'accordo, Galeone?
Fino ad un certo punto, perché per me il migliore è quello che vince di più e Trapattoni, visto che ha vinto più di tutti, rimane il più bravo. Nell'Inter non ha ancora ottenuto grandi risultati, perché non ha mai avuto la squadra e secondo me non ce l'ha neppure quest'anno. Se sarà bravissimo potrà arrivare al massimo quarto. Milan, Napoli e Roma, infatti, hanno qualcosa in più.

- Sacchi, che cosa le piacerebbe avere di Galeone?
La sua voglia di scherzare sempre.

E Galeone, invece, cosa vorrebbe rubare a Sacchi?
La sua determinazione. Fin dai primi giorni, quando lo conobbi a Coverciano, otto o nove anni fa, mi resi conto che Arrigo è un martello, uno che riesce sempre ad ottenere ciò che vuole e non si lascia condizionare da nessuno e del resto il caso-Borghi lo dimostra. Non a caso radio calcio dice che è molto più facile per Boniperti, che non per Berlusconi, condizionare gli allenatori.

- Sacchi, c'è un motivo che può spiegare la presenza di tre olandesi nel Pescara?
Io ho trovato due olandesi e ne ho scelto soltanto uno, ma per me non conta il Paese di provenienza degli stranieri, perché a me piace Maradona che è argentino, come mi piacevano Falcao e Pelè che sono brasiliani.

- Galeone, lei viceversa se li è scelti personalmente Junior, Tita e Edmar...
Sì, perché i brasiliani rispecchiano il mio modo di interpretare il calcio come spettacolo, così come credo che i tre olandesi del Milan rispecchino il gusto dello spettacolo, ma anche la concretezza di Sacchi.

- Sacchi, è sempre convinto di tornare tra i suoi campi di soia, tra un anno o due?
In questo momento non lo so, giuro che non lo so. Preferisco vivere alla giornata.

- E lei, Galeone, è proprio stanco di stare a Pescara? Abbiamo letto che pensa di dedicarsi al giornalismo.
Forse ho fatto il mio tempo a Pescara, ma come faccio a sapere cosa farò tra un anno? Una cosa è certa: indietro non torno, perché con tutto il rispetto per i miei colleghi che lavorano in B e in C, il calcio vero è quello della serie A. A volte penso che mi piacerebbe trovarmi nelle condizioni di Sacchi, per misurare il mio grado di adattabilità ad una grande città. Altre volte ho paura di stancarmi e allora penso di mollare tutto, perché io sono sensibile e mi dà fastidio sentire intorno a me l'invidia. Non penso però di mettermi a fare il giornalista, anche se ho un grande rispetto per questa categoria. Chissà, forse potrei mettermi a viaggiare, raggiungendo qualche isola lontana, per fare conoscere il mondo a mia moglie, che ha girato meno di me.

- E se dovesse andare a vedere una partita da spettatore, quale squadra sceglierebbe?
Non ho dubbi: il Milan. In campionato dovrà lottare col Napoli, ma in coppa dei Campioni penso che non abbia avversari: è il favoritissimo.

- Sacchi, Milan a parte, che squadra andrebbe a vedere?
L'anno scorso, quand'ero libero, andavo a vedere il Bologna e penso che tornerei a vederlo volentieri anche adesso.

- Galeone, che scherzo vorrebbe fare al suo amico Sacchi?
Quello che lui fa sempre agli altri. Lo attaccherei dal primo all'ultimo minuto, ma purtroppo so che non ci riuscirò mai, almeno finché lui avrà in mano questo Milan. Prima, infatti, negli scontri diretti in B e in C, ero in vantaggio io.

- E se stavolta riuscisse a batterlo?
Farei il più bel regalo a mia moglie, che proprio domenica compie gli anni, ma non riesco neppure a pensarci.

- Sacchi, c'è una signora da accontentare e mezza Italia aspetta la vostra caduta, ma sinceramente come può pensare di perdere a Pescara un Milan che vince a suon di gol in coppa dei Campioni e in campionato?
E invece rischiamo parecchio, stavolta. Del resto in tre partite siamo stati fortunati contro il Pescara, vincendo sempre con molte difficoltà. Mi auguro quindi che la fortuna ci assista ancora.

- Galeone, dopo aver suggerito Manfredonia e Marocchi a Vicini, ha un paio di nomi da suggerire anche a Sacchi per la sua nuova rappresentativa di lega?
I miei Pagano e Tita. Spero proprio che domenica, insieme col vecchio Leo (Junior, ndr), mi aiutino a fare un regalo a mia moglie.

- Tra una puntata di "Fantastico" con Anna Oxa e una "cassetta" di una partita dell'Inter e del Milan, che cosa preferirebbe vedere?
Anna, Anna, non c'è discussione. Mi è sempre piaciuta troppo.

E lei Sacchi tra i programmi della Rai e quelli di Berlusconi quali preferisce?
Non faccio differenze, anche perché in televisione io vedo soltanto partite di calcio e mi sintonizzo sulle reti che lo trasmettono, senza alcuna preferenza.

Galeone, per concludere, vuol provare ad immaginare Sacchi in uno spot pubblicitario sulle reti di Berlusconi?
Dunque, vediamo...Ah, ecco, potrebbe fare la propaganda di un dentifricio. Ma ha visto come sorride? Lui riesce sempre a fare vedere i suoi denti, anche quando ringhia ed è arrabbiato, perché in fondo si arrabbia anche lui qualche volta. Sì, lo vedrei bene con un tubetto di dentifricio in mano, mentre dice con un bel sorriso: provate la pasta del trainer...

 

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