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Ricorrenza del: 09/07/1993

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IL PASTICCIO PESCARA

 

IL PASTICCIACCIO DI PESCARA
Repubblica — 09 luglio 1993 pagina 44 sezione: SPORT

MILANO - Prima giornata di dibattimento, ieri, negli uffici della Lega: sotto esame, i deferimenti a carico del direttore generale del Pescara Marino, dei calciatori Camplone, Righetti e Pagano, dell' allenatore Galeone, delle società Pescara e Taranto. Accuse: illecito per Marino, omessa denuncia per giocatori e tecnico, responsabilità oggettiva per il Pescara, presunta per il Taranto. Oggetto: la partita di serie B del 7 giugno 1992, giocata a Taranto, persa 2-1 dal Pescara, già promosso in A, e portata alla ribalta dalla famosa telefonata pirata tra Galeone e la signora Lebel. Alla fine della prima giornata, Pierpaolo Marino, che ha recitato fino in la parte del dirigente integerrimo con pochi inciampi, conta sulla punta delle dita le contestazioni dei giudici, mentre Galeone ne esce provatissimo. Il tutto, malgrado la conversazione con la pretesa "maga" occupi le parti marginali della seduta: a inizio mattinata, quando Chiusano, che difende il Pescara, invoca l' illegittimità al momento di ascoltare (e mettere agli atti) la registrazione della telefonata. E in tarda serata, dopo la pausa concessa a Galeone, quando vengono ricordate le parole di fuoco della signora contro il Serpente (Marino?) accusato di aver venduto la partita di Taranto. La deposizione di Marino corre via sul difficile bilico dei premi. Dalle 600.000 lire a punto in caso di campionato mediocre, al milione a punto in caso di piazzamento dal nono al quinto posto, fino al raddoppio della cifra iniziale (un milione e 200.000 lire). Più, i 10 jolly da giocare nell' arco della stagione: un po' come a Giochi Senza Frontiere, puntiamo su quella partita per raddoppiare il premio. A fine stagione, il calcolo della società prevede l' esborso di 50 milioni a testa, i giocatori ne vogliono dieci in più. Il guaio è che la diatriba avviene, combinazione, proprio alla vigilia di Taranto-Pescara. "Ho detto ai giocatori che si erano montati la testa, che ne avevo parlato con il presidente, il quale, arrabbiatissimo, aveva annunciato di non voler più corrispondere il premio supplementare". La Lebel? Vista due volte due, e mai pagata, "so solo che Galeone le diede cento milioni di tasca sua, senza mai venire rimborsato". La linea comune è quella di negare tutto, in un patto di mutuo soccorso: così, Scibilia annuncia di avere poco tempo da dedicare al calcio, "ma il dottor Marino ha la mia piena fiducia". E subito dopo: "Galeone ha preteso un contratto biennale, sono stato costretto a firmare, chiedete ai tifosi il perchè. Mi sono abbassato i pantaloni davanti a lui e non sono mai stato ripagato...". Anche per il presidente, la signora Lebel è un' emerita sconosciuta: "Quando Galeone mi ha detto che dovevamo pagarla, ho detto che andasse a quel paese". Il primo giocatore ascoltato è Camplone: tre quarti d' ora di testimonianza a tratti penosa. Non ricorda molto del colloquio con Galeone avvenuto il martedì dopo la trasferta di Taranto; non ricorda quando ha avvertito i compagni che Scibilia non avrebbe pagato il premio a vincere il campionato; non ricorda che qualcuno abbia detto "ci siamo impegnati poco perchè non ci pagano i premi". Galeone si siede sulla poltrona davanti ad Artico alle 17: se ne alzerà dopo tre ore e mezzo. Spiega, il tecnico, le sue perplessità per la pessima prova di Taranto, l' alterco con Marino ("Mi proponi il rinnovo del contratto, cosa vuoi che firmi se mi vendete le partite?"), Marino che gli propone una bozza di contratto, "la cifra complessiva, di un miliardo e mezzo per due anni, avendo io rifiutato il triennale, venne maggiorata di cento milioni" (a rimborso dei soldi dati alla Lebel). Ma quando chiedono conto al tecnico delle dichiarazioni rese al sostituto procuratore di Pescara, Di Paolo, Galeone barcolla. E poi ritratta. Mai detto che i giocatori gli avevano riferito della proposta di Marino, mai detto che "Lo scamorzone" aveva proposto di convertire il premio a vincere con uno minore ma "onnicomprensivo". Artico si blocca: "Lei si trova a malpartito". Galeone resiste: "Le mie sono state elucubrazioni diaboliche, equivoci". Ieri sera è stata respinta la richiesta di allegare agli atti la proposta di archiviazione fatta dal procuratore di Taranto. L' avvocato Chiusano ha ottenuto di fare subito l' arringa chiedendo l' assoluzione per il Pescara. Il p.m. Martellino che questa mattina sarà a Perugia verrà sostituito dall' avvocato Porceddu. A lui toccheranno le richieste dell' accusa. La sentenza è prevista per stasera. - di LICIA GRANELLO


 



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